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Il Cantiere e le stelle   versione testuale

A Brindisi dal 9 al 12 febbraio


"Il cantiere e le stelle". È questo il titolo del XIV Convegno nazionale di pastorale giovanile che si terrà dal 9 al 12 febbraio 2015 a Brindisi.

Convegno quest’ultimo che si inserisce in un percorso strutturato che riparte da quello dello scorso anno “Tra l’orizzonte e il porto”, sulle direzioni della cura educativa, e arriva ad affrontare alcune questioni più ‘tecniche’ legate alla pastorale giovanile.

In questi due anni si è fatta la scelta di fare un pezzo di strada che articolasse i passi da fare.

Il tema della cura e della dedizione va sempre tenuto vivo come la brace che può ravvivare il fuoco. “Si fanno molte cose, nella Chiesa italiana, a favore delle giovani generazioni – dice don Michele Falabretti, direttore del Servizio Nazionale -, “ma non si può mai dimenticare la necessità di avere un cuore che spinge a una dedizione profonda”.

Poi c’è la progettualità e il sogno, il tema di quest’anno. “L’ascolto a cui siamo chiamati non è fine a se stesso, ma chiede la capacità di prendersi per mano e tracciare insieme la strada da percorrere. A partire dalla concretezza dell’ascolto, per giungere a pensieri e pratiche buone nella progettazione educativa”.

“Che senso ha il vostro costruire?” Da questa domanda di senso scaturisce ogni singolo pensiero e ogni singola azione. Perché educare implica un agire che spesso richiede delle competenze che vanno fatte crescere dentro la comunità cristiana. In fondo, non è frequente la domanda: “dove vado a prendere gli educatori”?

“Il discernimento delle pratiche pastorali affrontate attraverso il percorso dei convegni, vorrebbe aiutare tutti -  commenta don Falabretti - a riconoscere le risorse presenti nei territori e nelle realtà ecclesiali per farli crescere ogni giorno di più. Anche questa è dedizione all’uomo e – dunque – testimonianza al Vangelo: la sua credibilità non passa da una dimostrazione logica, ma da gesti e parole capaci di svelarne la carità”.

Solo allora, potremo rispondere alla domanda iniziale sul senso del costruire, proprio come gli abitanti di Tecla ne Le città Invisibili di Italo Calvino. Il senso si scopre alla fine della giornata, quando al tramonto “il lavoro cessa” e “scende la notte sul cantiere. È una notte stellata. – Ecco il progetto –”.