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Orientamento e scuola   versione testuale

Bilanci tra licealizzazione e istituti professionali


Marco stacca gli occhi dalle istruzioni della PS4, «alle medie mi avevano consigliato il liceo ma già allora non avevo voglia di studiare tanto». Si iscrive ad un istituto tecnico commerciale, poi viene preso di mira per il comportamento non eccellente e da gennaio di quest’anno passa ad un istituto professionale, indirizzo servizi socio sanitari.

Simone, due occhi vispi che spuntano sotto un cappellino perennemente indossato, arriva al professionale da un liceo linguistico, «era troppo impegnativo, pretendevano molto, tre o quattro ore al giorno di studio per arrivare giusto giusto al sei». Aveva scelto il liceo dopo le medie su consiglio dei genitori, «la scuola era a cento metri da casa e mi piacevano le lingue».

Sono due delle numerose storie di ragazzi che a novembre cominciano ad affluire agli istituti tecnici o professionali, sopraffatti dalle insufficienze.

Ancora a gennaio, al professionale aggiungiamo nominativi al nostro registro elettronico. E’ un’attenzione da mantenere leggendo i dati che il 17 febbraio ha emesso il Ministero dell’Istruzione (dell’Università e della Ricerca) con i primi risultati delle iscrizioni on line alle scuole superiori.

Si conferma la crescente liceizzazione, con l’aumento in due anni di due punti percentuali. Il liceo ha uno “share” del 52% con un 24% per lo scientifico (+1%) e la stabilità del linguistico (10%), scienze umane (7%), classico (6%), artistico (4%).

L’istituto tecnico conta su un terzo circa delle oltre 480 mila iscrizioni (30%), stabile con un 12% per il settore tecnico economico e 18% al settore tecnologico. I professionali registrano un calo di quasi due punti, scendono al 17%, di cui quasi il 5% nella formazione regionale.

Per una scelta adeguata, occorre innanzitutto verificare le proprie attitudini e non tarpare i sogni che si vorrebbero realizzare. Non si dimentichi però di lanciare uno sguardo alle prospettive occupazionali.

Nelle previsioni curate dall’Unione industriale e dalla Camera di Commercio di Torino, si profila un futuro incerto in cui mancheranno diplomati in alcune figure professionali, penso, per esempio, al settore dell’amministrazione aziendale e al settore meccanico.

Una curiosità, il liceo sportivo è cresciuto di un altro 0,5% (1,5% la frequenza di iscrizioni). Si assiste ad un “ping pong” tra gli investimenti per educare all’attività sportiva (Torino è capitale dello sport nel 2015) e l’eliminazione dell’insegnamento di educazione fisica avvenuta nei corsi serali. Sarà interessante seguire il dibattito negli Stati Generali dell’Educazione fisica che si svolgeranno a Milano dal 20 al 22 marzo.
Valeria e Piergiacomo Oderda