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Generazioni e futuro   versione testuale


Il futuro dei giovani sembra particolarmente incerto, ma non viene meno la loro fiducia nella scuola, luogo di ricerca di senso e di incontro tra generazioni
 
Coloro che oggi frequentano le scuole guardano al proprio futuro con estrema incertezza. I segnali di disagio sono molti: abbandono e dispersione scolastica, bullismo e violenza, forme varie di dipendenza. Sembra che la scuola non riesca a soddisfare tante domande, espresse e inespresse, sia sul piano culturale che affettivo. Spesso le tocca sostituirsi anche a una famiglia sempre più assente o incapace di assumersi le sue responsabilità educative.
Nonostante le condizioni poco favorevoli, la scuola gode ancora della fiducia dei giovani, che in maggioranza la valutano positivamente e le pongono una domanda di formazione personale non inferiore a quella di istruzione. Ma soprattutto chiedono di ricevere una autentica motivazione per lo studio che devono intraprendere.
In questo gioco di domande e risposte la scuola è un luogo privilegiato per far incontrare generazioni diverse e per realizzare un dialogo intergenerazionale, perché i giovani, non solo dentro la scuola, hanno bisogno di adulti di riferimento.
Anche l’andamento demografico condiziona il percorso formativo. Poco più di sessanta anni fa la fascia di età da 0 a 19 anni costituiva circa il 35% della popolazione; oggi è meno del 20%. In più dei loro padri, i giovani di oggi hanno un tasso di scolarizzazione più elevato: se le scuole elementari erano già sessanta anni fa frequentate da quasi tutti i potenziali fruitori, le scuole medie lo erano da poco più del 30% dei ragazzi (contro il 100% attuale) e le scuole secondarie superiori lo erano da poco più del 10% (contro più del 90% attuale).
Anche se sta assumendo un ruolo sempre più marginale rispetto a tante altre occasioni di apprendimento, la scuola continua ad essere determinante per l’acquisizione degli strumenti culturali di base e per la trasmissione (traditio) degli elementi fondamentali della nostra cultura. La rapidità del cambiamento impone alla scuola di rinnovarsi continuamente, più nella proposta educativa che nelle infrastrutture tecnologiche; di intendere l’orientamento come accompagnamento continuo dei giovani nella scoperta delle proprie potenzialità. L’azione didattico-educativa deve mettere al centro lo studente e la sua ricerca di senso.

»Intervista a Nando Pagnoncelli, Presidente IPSOS  -  Guarda il video