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Autonomia e sussidiarietà   versione testuale

La sussidiarietà ha dunque valore sia sul piano educativo – natura relazionale dell’educazione, contributo della famiglia nel processo formativo, libertà di scelta – sia sul piano istituzionale: valorizzazione della soggettività sociale, superamento del centralismo burocratico, pluralità di modelli formativi.
La legislazione italiana, che contempla nel “sistema di formazione e istruzione nazionale” diverse tipologie di scuola (statale, non statale/paritaria, degli enti locali), fornisce un’idea di “scuola pubblica” più comprensiva e ampia di quella un tempo in auge. Il confronto con le esperienze europee rende evidente la positività di sistemi misti, nei quali lo Stato svolge una funzione di garante: la qualità dell’istruzione è innalzata, la struttura burocratica è ridimensionata e persino i costi possono essere ridotti.
 
Un importante ambito di applicazione della sussidiarietà è dato dalla formazione professionale: il concorso fra l’iniziativa sociale e le regioni ha portato, in anni recenti, allo sviluppo e alla qualificazione di questo settore, che rappresenta un fondamentale canale di formazione per ampia parte della popolazione giovanile.
La sussidiarietà trova un punto di incontro essenziale con l’autonomia scolastica: l’una principio funzionale, l’altra principio strutturale dell’esercizio della libertà nella società. L’autonomia diventa allora il riconoscimento di una piena “personalità” alla singola scuola, le cui caratteristiche e il cui progetto formativo devono risultare trasparenti e concretamente attuati.